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| FERMATE LE ROTATIVE! Chiedo scusa, ma io al terzo turno voglio debuttare contro di loro:
Il barone Fanfulla da Lodi condottiero di gran rinomanza fu condotto una sera in istanza da una donna di facile amor.
Era nuova ai certami d'amore di Fanfulla la casta alabarda ma alla vista di tanta bernarda prese il brando e si mise a pugnar
E cavalca, cavalca, cavalca alla fine Fanfulla si accascia al risveglio la turpe bagascia "Cento scudi mi devi tu dar"
Vaffancul, vaffancul, vaffanculo le risponde Fanfulla incazzato venti scudi già ieri ti ho dato ed il resto lo prendi nel cul
Passa un giorno, due giorni, tre giorni e a Fanfulla gli prude l'uccello cos'è mai questo male novello che natura ci vuole donar?
Fu chiamato un famoso dottore quello venne e poi disse: "Fanfulla qui bisogna amputare una palla se di scolo non vuoi tu morir"
Di Fanfulla l'uccello reciso fu deposto in un'orrida bara mille vergin facevano a gara per cantargli codesta canzon:
«Facesti il fol, facesti il fol chiavasti senza guanto, il guanto, il guanto facesti il fol, facesti il fol, chiavasti senza guanto e beccasti lo scol!»
La morale di questa vicenda si riduce alla legge del menga: chi l'ha preso nel cul se lo tenga ed impari ad usare il goldon!
Però oltre alla legge del menga ci sta pure la legge del Volga: chi l'ha preso nel cul se lo tolga e lo metta nel cul del vicin!
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