| Vignali: «Se ci sono alternative all'inceneritore, ben vengano»
Lo ha annunciato ieri ai rappresentanti del Coordinamento Gestione Corretta Rifi uti. A nord di Parma potrà sorgere un impianto diverso. Ma la decisione, ha ribadito, spetta alla Provincia
«Se la Provincia dovesse individuare soluzioni alternative al termovalorizzatore con un minore impatto ambientale e sostenibili economicamente, non potremo che esserne felici e contenti». Questa frase non arriva da un rappresentante del Coordinamento per la Gestione corretta di rifi uti che da mesi si batte contro la costruzione dell'inceneritore, ma da chi viene identifi cato dal comitato come uno dei suoi più acerrimi nemici: Pietro Vignali , l'assessore comunale all'Ambiente e alla Mobilità. L'annuncio schock è arrivato ieri, a margine del convegno che si è svolto presso il centro congressi di via Toscana sulla "Tutela della qualità dell'aria per la salute dei cittadini" . Davanti alla sala in cui era in corso l'incontro, i cittadini contro il termovalorizzatore hanno esposto striscioni e cartelli per ribadire il loro "no" all'impianto e, al termine del congresso, Vignali si è intrattenuto con loro, confermando come il Comune non vada certo pazzo per un nuovo inceneritore a nord della città. «La stessa Conferenza dei servizi gestita dalla Provincia di Parma - spiega l'assessore - ha analizzato l'impianto proposto da Enìa, ma ha anche invitato la multiutility a considerare altre soluzioni alternative più compatibili dal punto di vista ambientale. E se queste soluzioni dovessero esistere, ben vengano, saremo assolutamente favorevoli» . Ma il pallino, precisa Pietro Vignali, oggi è completamente nelle mani dell'ente di piazzale della Pace: «Sono stati loro ad aver indicato nel Piano provinciale per la gestione dei rifi uti (Ppgr ndr.) la necessità e le caratteristiche di un impianto per l'incenerimento. Dovranno quindi essere loro, nel caso in cui ci fossero soluzioni diverse, a modifi care il piano autorizzando Enìa a costruire qualcosa di diverso» . Il Comune di Parma, precisa l'assessore comunale all'Ambiente, «dovrà soltanto approvare una variante urbanistica per trasformare il terreno agricolo dove si deciderà di realizzare l'impianto in area tecnologica. Le sue caratteristiche dovranno essere stabilite soltanto dalla Provincia che le indicherà a Enìa. L'importante è che rispetti quanto indicato nel Piano per la gestione dei rifi uti che però, nel caso in cui dovessero esserci altre soluzioni, potrà anche essere modifi cato. E la fase di scooping (quella che avvia l'iter burocratico per autorizzare la realizzazione degli impianti complessi come i termovalorizzatori ndr.), si è conclusa proprio con la richiesta di analizzare le possibili alternative» . Vignali, quindi, apre alle istanze del Coordinamento per la gestione corretta dei rifi uti, ma allo stesso tempo ribadisce come la patata bollente, e che patata, si trovi nelle mani della Provincia. «La nostra posizione - conclude l'assessore - è quindi chiara, limpida e trasparente. Ma la decisione, ora, spetta all'ente di piazzale della Pace». Gabriele Franzini
estratto da PolisQuotidiano.it
Articolo di POLIS QUOTIDIANO (Parma) pubblicato il 03/12/2006
E ieri il Comitato è sceso in piazza
Nuova protesta, ieri, contro l'inceneritore. Attorno alle 10 i rappresentanti del Coordinamento Gestione Corretta Rifi uti si sono ritrovati in piazza Garibaldi per ribadire il loro "no" all'impianto. "Nessuno si merita un inceneritore. L'alternativa esiste" e "No al termovignalizzatore" , erano alcuni degli slogan che campeggiavano sugli striscioni. Un forte dissenso ribadito anche in un volantino. "Sempre più ricerche scientifi che dimostrano che gli inceneritori sono fortemente inquinanti e causano tumori e altre malattie - recita il documento -. Tre miliardi di euro sono i fi nanziamenti statali concessi alle lobbies dei costruttori di inceneritori pagati dalla collettività con le bollette Enel. Soldi che potevano fi nire a sostenere la produzione di energia pulita. Nel nostro Paese, unico in Europa, fi niscono invece a fi nanziare la combustione dei rifi uti e degli scarti petroliferi. Ed è per questo che le ex municipalizzate propongono di costruire sempre più inceneritori, perché attraverso questo meccanismo perverso, il pagamento della tariffa sui rifi uti e la bolletta elettrica, chi li gestisce guadagna soldi tre volte. E' vergognoso - sostiene il popolo dei contrari - che i cittadini paghino per essere inquinati ".
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