CITAZIONE (poterecrociato @ 1/2/2024, 09:24)
La più bella partita di tennis che io ricordi. Purtroppo finita malissimo con vittoria di djokovic 13-12 al quinto set contro il Dio Roger già vicino ai 40 anni. 5 ore di tennis che definire stellare è poco. Giochi a padel chi non è d'accordo.
La più brutta partita di tennis che io ricordi, o meglio, come dici tu il livello tennistico è stato sublime, però è stata la più grande delusione sportiva a cui ho assistito e credo che quella sconfitta non la digerirò mai. Federer 38 anni, dopo aver sconfitto in semifinale l’eterno rivale Nadal, sfida in finale il terzo “fenomeno” del tennis Djokovic e con una vittoria potrebbe mettere fine ai dubbi su chi sia il più grande di tutti i tempi.
Partita durata quasi cinque ore, dove nelle prime tre Federer è stato inattaccabile al servizio. Ha giocato meglio dell’avversario. Ha vinto più game dell’avversario. Ha fatto più punti totali dell’avversario (218 a 204). Ha servito meglio, ha fatto più ace, ma anche finito con una percentuale maggiore di prime in campo e ha ottenuto una miglior percentuale di punti sia con la prima che con la seconda di servizio. Ha finito la partita con un saldo tra vincenti ed errori non forzati molto migliore di Djokovic, in particolare ha fatto 94 vincenti contro i 54 dell’avversario. Ha breakato l’avversario sette volte, contro le tre del serbo. Ha dipinto tennis. Eppure…..
Eppure ha perso. Il più grande cortocircuito della storia del tennis. Tutte le statistiche ti portano a dire che quella partita la doveva vincere lui e invece l’ha persa. Il ché è spiegabile con il fatto che nel tennis non tutti i punti contano uguale, nei momenti decisivi dei set, nei tre tie break giocati Djokovic è stato più freddo, più fortunato, più attento.
Il tempo per me si è fermato sull’8-7 40-15 del quinto set quando Federer non ha sfruttato due match point consecutivi. Il tennis, lo sport più bello che esista, è morto. Sto ricominciando a seguire assiduamente solo adesso, da un anno circa, grazie alla crescita di Jannik.
