CITAZIONE (Alessandropr78 @ 25/10/2021, 15:50)
Io credo di averlo scritto ma poco importa; passi per un anno di merda in cui fai cagare in tutti i sensi, retrocedi malissimo, ti vergogni come tifoso, mangi merda, però poi il campionato se Dio vuole finisce e riparti.
Ma se l’anno dopo si ripresentano le stesse sensazioni, gli stessi scenari, una Società che passa dal sembrare ridicola ad esserlo in maniera imbarazzante, con comunicazione a livelli pietosi, un minus habens che twitta concetti quasi da terza elementare, che non ci ha capito nulla di dove sia e nonostante la classifica a prestargli il conto sembra totalmente annebbiato, più che incazzarti, più che prendertela, molli.
Semplicemente molli, perché ormai non aspetto più il giorno della partita con quel po' di sana emozione, di voglia di sapere come andrà e come finirà, con la carica e l’adrenalina che hanno sempre caratterizzato le mie ore prima del fischio d’inizio.
No, ormai mi siedo davanti alla TV o vado allo Stadio, e ho solo la sensazione di cercare di capire come m’incazzerò, o che ragioni ci saranno per l’ennesima figura di merda che so che andrò a vedere.
Questi mi hanno “ucciso” da tifoso, quasi non mi frega più di vedere la partita; certo, vado allo stadio, ho dato l’ennesimo attestato di fiducia a scatola chiusa abbonandomi perché credo ancora che il tifoso debba seguire la squadra nella buona e nella cattiva sorte, ma so già che mi pentirò di accendere la TV per Cittadella – Parma, e mi pentirò delle 15 partite che andrò a vedere allo stadio.
Quasi mi faccio pena, perché in un anno solare (e se allargo al post lock down lo scenario è sin peggiore) non solo ho dovuto subire umiliazioni su umiliazioni, ma non ne vedo la fine.
Mi fa pena mio padre che da buono come è, ormai non ha nemmeno più reazioni e si rifugia nel guardare l’Atalanta, che almeno gioca a pallone.
Io non so se questi si rendano conto del solco che hanno creato con la tifoseria (quella che ci tiene e non va allo stadio per mode o per passerella), con chi ha passione e non chiede chissà che cosa se non 11 maglie sudate e 11 giocatori in campo che ci mettono grinta e un po' di cuore.
Quando passo davanti al Tardini, e lo faccio tutti i giorni abitandoci di fronte, non penso “Oh finalmente domenica si gioca”, no penso “ma porca puttana, domenica mi tocca andare”; uno potrebbe dire “e non andare!”. Vero, ma l’amore per quella maglia non mi permette di non andarci, perché è la maglia con cui sogni di aver giocato, e con cui hai passato alcuni dei più bei momenti della tua vita.
Dall’altro lato però, mi spiace doverlo dire, si fa sempre più dura provare empatia per questa squadra, o meglio, per il periodo che sta vivendo; perché non vedi alcuno sforzo da parte degli attori protagonisti di uscirne, capacità degli stessi di svoltare, la volontà feroce di rialzarsi, anzi hai la sensazione esattamente contraria che tutto alla fin fine essendo un gioco va bene che vada così. Di questo passo forse in un mese massimo due è molto probabile che staccherò la spina, e finché ci sarà questa dirigenza mi dedicherò ad altro.
Resisto per ora, ma la corda si sta davvero spezzando.