| Il giramondo sta per tornare. West Bromwich Albion in principio, poi Siviglia, Olympiakos e Malaga da calciatore; di nuovo l'Andalusia biancorossa, alla quale hanno fatto seguito la Londra del West Ham e la Manchester, sponda City, da allenatore. Enzo Maresca all'estero ha costruito la propria fortuna, la propria carriera, emigrando da giovanissimo nel West Midlands per farsi notare e per sentirsi calciatore vero, guadagnandosi il ritorno a casa dalla porta principale, venendo acquistato dalla Juventus. Poi, sempre lontano dalla sua terra, sono arrivati i trionfi più belli, con le due Coppe Uefa vinte a Siviglia, la Supercoppe europea del 2006 e la Coppa del Re nel 2007, con conseguente Supercoppa di Spagna. Tutto alzato al cielo da protagonista. Lui che protagonista vuole esserlo anche in panchina.
nto diversi, così da poter studiare meglio chi, tra una manciata di giorni, si giocherà la vittoria della terza Champions League della sua carriera da allenatore. Il primo incontro ci fu in un Barcellona-Malaga, quando Pep allenava ed Enzo giocava, col primo che raccontò al secondo dei tempi di Brescia con Mazzone e Baggio. Pellegrini, Sacchi, Guardiola: le tre figure di riferimento per Enzo Maresca, con le quali crescere, dalle quali prendere ispirazione, attraverso le quali trovare la propria strada.
LE IDEE - Non legato tanto ai moduli, Maresca, il ragazzo che faceva le corna del toro al Toro, crede nei principi. Il suo, coi giovani del City, era un 4-2-3-1 iniziale ma che mutava in un 4-3-3 e che abbracciava anche la difesa in a 3 alzando i due terzini. Quindi no moduli, sì idee. Per un allenatore che vuole dettare i tempi di gioco, esprimere la sua indole offensiva, recitare da protagonista, prendendo l'iniziativa e non subendo. E i numeri col City parlano chiaro: miglior attacco con 79 gol fatti (il secondo, il Manchester United, ne ha fatti 21 in meno...), con Liam Delap, centravanti classe 2003, autore di 24 reti, seguito da Cole Palmer, trequartista del 2002, che ne ha realizzate 13, top scorer dei giovani Citizens; e miglior difesa, con 30 gol subiti, vicendo il campionato con 14 punti di vantaggio sul Chelsea, mettendo insieme 17 vittorie in 24 partite, con 5 pareggi e 2 sole sconfitte. Calcio offensivo sì, ma non solo, pronto, ovviamente, a elaborare le contromosse, non andando a sbattere contro un muro con le proprie idee. Come uno scacchista.
È per me un onore dirgli il primo vattene.
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